Psicologo: 10 pregiudizi da sfatare sul mio lavoro
“Mi chiamano psicologo. Questo è un errore. Sono piuttosto realista in un senso più alto, cioè descrivo tutte le profondità dell’animo umano.” F. Dostoevskij
La figura dello psicologo è stata da sempre circondata da un’aura di mistero, luoghi comuni e 10 pregiudizi in particolare.
“Chi va dallo psicologo è malato!” “Può manipolarti la mente!” “Lo psicologo dà consigli”
Ecco alcuni dei pregiudizi più diffusi sul mio lavoro e non immagini che tristezza ascoltarli ancora oggi.
Mi hanno definito “strizzacervelli”, medico dei matti, quella che ti psicoanalizza, che dà consigli, che ti ascolta senza dire nulla come in un monologo infinito, che ti fa sfogare e ti dà una pacca sulla spalla.
Sulla mia professione c’è ancora tanta ignoranza e disinformazione. Quando mi capita di conoscere persone nuove e parlare di lavoro, la scena è sempre la stessa:
“Che lavoro fai?” “Sono una Psicologa.” “Ah allora adesso sai cosa sto pensando e devo stare pure attento/a a parlare!”
Secondo te ho davvero poteri di preveggenza? Pensi che sia li a scandagliare parole, espressioni e frasi di ogni persona che incontro? Ma anche no!
Ecco perchè ho deciso di scrivere questo articolo, per fare chiarezza e soprattutto aiutarti a capire e conoscere questi tabù.
10 pregiudizi sullo psicologo
Ti ho raccontato la mia esperienza, vengo definita come una “strana professionista” che va dalla buona amica alla cartomante, dall’interprete di sogni, al guru che dispensa saggezza.
Una sorta di maga, una strega con bacchetta magica e sfera di cristallo capace di leggere la mente, fare il lavaggio del cervello, prevedere il futuro ed elaborare soluzioni miracolose.
Ancora oggi diversi falsi miti circondano la mia professione e se in passato il pregiudizio più ricorrente è stato “dallo psicologo ci vanno i pazzi” oggi quello più in voga è sicuramente “dallo psicologo ci vanno i deboli”.
Ecco 10 pregiudizi sul mio lavoro assolutamente da sfatare.
Lo psicologo cura i matti
Dietro questa convinzione sbagliata c’è una profonda ignoranza. Questo antico e diffuso pregiudizio è l’eredità dal periodo in cui le persone affette da problemi di natura psicologica, venivano relegate in luoghi chiusi, i famosi ospedali psichiatrici.
Lo sapevi che in queste strutture la figura dello psicologo non esisteva?
Si trattava infatti di strutture mediche dove si usavano metodi e pratiche di tipo farmacologico e in cui spesso non si aveva una cultura esatta delle problematiche psicologiche.
Perciò “non curo i matti” e uno dei miei primi doveri e obiettivi è quello di educarti, spiegarti che i problemi psicologici fanno parte della vita di tutti noi.
Problemi relazionali, conflitti di coppia,”blocchi” di varia natura, emozioni che non si riescono a comprendere, genitori in difficoltà con i figli, situazioni sospese con persone del presente o del passato che non si riescono a chiudere, stress, questioni legate all’orientamento sessuale, momenti difficili della vita (lutti, malattie,etc.) e tanto altro. Ecco le tematiche che tratto nel mio lavoro di sostegno psicologico.
Ti sei rivisto/a in qualche situazione? Bene, allora adesso hai capito che non sei matto/a ma un essere umano come tutti noi e che insieme possiamo trovare una soluzione più efficace.
Scopri cosa posso fare per te: Servizi
Chiedere aiuto è per i deboli
Permettetemi di citare un collega:
“… lo psicologo è il medico dei coraggiosi, di quelli che hanno la forza di guardare in faccia i propri limiti e sensibilità, ammetterli, considerarli e mostrarli, trasformando la paura in coraggio, assumendosi la responsabilità del proprio cambiamento. La vera forza non è nascondere le proprie debolezze, ma saperle accettare e iniziare a lavorare per migliorarle.” Luca Mazzucchelli
Io sono d’accordo con Luca, la vera forza non consiste nel nascondere, occultare, negare o rimandare, sta nel prendersi cura di sé e della propria salute, perchè come dice Seneca, puoi cambiare cielo quante volte vuoi ma ti porti sempre appresso, compresi i tuoi problemi!
Non ho bisogno dello psicologo, mi basta una pillola
Gli psicofarmaci sono utili. Ma quando lo sono?
In caso di patologie di una certa importanza, in cui sono presenti dei sintomi che ci impediscono di funzionare al meglio nella vita di tutti i giorni, sono fondamentali per riacquistare un certo equilibrio.
Sono utili se vengono prescritti da un medico che sa quello che fa, conosce i dosaggi, le interazioni tra i farmaci, sono utili se sei seguito/a da tuo medico che ti aiuterà anche a cambiare farmaci o scalare le dosi. Non sono utili se fai di testa tua! E soprattutto da soli non bastano!
L’assunzione di farmaci, pillole e quant’altro infatti se da una parte può essere utile, dall’altra ti dà la falsa aspettativa che ci sia una soluzione “comoda e ingeribile” per ogni tuo disagio emotivo.
In realtà non esiste una pillola per ogni disagio o sintomo e limitarsi all’assunzione di farmaci non fa altro che ritardare la risoluzione del problema.
Bisogna affidarsi a professionisti competenti (un medico psichiatra, neurologo, non solo il medico di base o il farmacista!) e può essere molto utile parlare parallelamente con uno psicologo per comprendere il tuo malessere e capire come affrontarlo davvero.
Non voglio stare in terapia per anni
Ecco uno dei pregiudizi più radicati.
Il preconcetto secondo cui noi psicologi provochiamo dipendenza, proponiamo percorsi che durano anni, di lettini, pianti e gente sdraiata può demotivare una persona a chiedere aiuto nel momento del bisogno.
Ti svelo un segreto… la psicologia si è evoluta!
Esistono diversi orientamenti, tecniche, vari tipi di intervento psicologico e anche fra le terapie esistono differenze nella frequenza delle sedute e nella durata complessiva.
Ogni situazione è diversa dalle altre, ogni singolo caso è a sé stante e richiede un intervento “su misura”, come un abito abilmente cucito addosso da un sarto con grande esperienza, per ottenere risultati soddisfacenti e duraturi.
Per approfondire leggi questo: Come ti posso aiutare
Cosa direbbero i miei amici e parenti se sapessero che vado da uno psicologo?
C’è una parola molto importante nel mio lavoro, è la privacy.
Uno dei miei obblighi di legge consiste nel rispetto del Segreto Professionale e di tutte le norme deontologiche descritte nel Codice Deontologico degli Psicologi.
Cosa significa? Che io non devo e non posso rivelare a nessuno nè la tua presenza nel mio studio, nè i contenuti dei nostri incontri, perciò la preoccupazione che ciò che mi dici possa arrivare alle orecchie di amici, parenti e familiari è infondata.
Nessuno conoscerà da me l’identità delle persone con cui lavoro o ho lavorato.
Se tu invece vuoi raccontare a qualcuno che ti sei rivolto a me è una tua scelta, libera e personale e se non hai voglia di farlo devi solo evitare di dirlo ad altre persone.
La spesa non vale il risultato
Quando ti abbandoni a pomeriggi di shopping furioso, o fai scorta di pilloline per l’ansia senza reale prescrizione, o acquisti quell’aggeggio (inutile) che proprio non può mancare in casa, o ti dai una “ritoccatina” perchè si sa, con l’età il fisico cede…
Hai mai pensato che queste azioni ti danno solo un sollievo temporaneo? Magari ti procurano piacere e benessere… ma quando dura realmente questa sensazione?
Sempre più spesso si preferisce cercare all’esterno di noi stessi autostima, benessere e felicità. Ti dico una cosa: mettere a tacere un sintomo non significa risolverlo!
Si spende denaro per apparire migliori, essere alla moda, resistere all’invecchiamento, e ci dimentichiamo che senza serenità psicologica non ci godiamo nulla di ciò che abbiamo.
Rivolgersi ad uno psicologo è un investimento sul proprio BenEssere. Serenità e qualità di vita non possono essere quantificati e prendersi cura di sé è un atto d’amore verso di te e chi ti circonda!
Sono già io lo psicologo della compagnia, tutti si confidano con me
Ascoltare gli amici e dare consigli non significa fare il mio lavoro.
Si possono di certo avere buone doti di ascolto e capacità di analisi, ma questo non ti mette sullo stesso piano di un professionista con competenze tecniche e scientifiche per lavorare con la mente e le emozioni degli altri.
Per arrivare a fare il mio lavoro ho attraversato un lungo percorso di formazione, un esame di abilitazione, master per specializzarmi, terapia personale e sai una cosa?
Il mio percorso di studi non finisce mai, ho l’obbligo di aggiornarmi costantemente per darti sempre il massimo della mia professionalità e competenze!
Io sono fatto/a cosi, non posso cambiare
Molte persone credono di essere nate con un certo carattere e determinate caratteristiche, quasi come fossero uscite da uno stampo, e di non avere alternative.
In realtà ognuno di noi ha la responsabilità dei propri comportamenti e delle proprie azioni e reazioni.
Avvalerti del mio aiuto non significa stravolgerti, cambiare personalità o chissà quali stramberie, significa innazitutto conoscerti meglio, senza questo passaggio non possiamo neanche capire qual è il tuo obiettivo!
Significa comprendere insieme quali modalità di comportamento posso essere più efficaci nella tua vita e darti risultati migliori. Se continui a insistere con situazioni o comportamenti che ti portano solo dolore forse è il caso di cambiare strada!
Nasconderti dietro l’espressione: “non posso cambiare” mette in luce la tua paura, la mancanza di coraggio e anche la voglia di continuare a lamentarsi senza mai cambiare nulla perchè cosi è più comodo.
La realtà è che puoi cambiare, puoi migliorarti e andare oltre i tuoi stessi pregiudizi su di te.
Sarà un momento passeggero e poi tutto tornerà a posto
“Il tempo cura tutte le ferite” Ci credi davvero?
Un disagio emotivo, un lutto, un cambiamento positivo e/o negativo nella tua vita non passano come il raffreddore, lasciano dei segni che possono in una certa misura condizionarti, posso influenzare le tue scelte, i tuoi pensieri.
Esserne consapevoli con l’aiuto di un professionista ti aiuta a liberarti da queste prigioni invisibili e vivere una vita autentica e congruente ai tuoi bisogni.
Anche se sto male, non ho bisogno di aiuto, me la cavo da solo/a
Saper contare sulle proprie forze è una risorsa fisica e interiore molto importante, come pure la capacità di esprimersi e chiedere sostegno, avere l’umiltà necessaria per condividere anche i lati più fragili.
Lo so, spesso chiedere aiuto non è facile. Significa ammettere e accettare che esiste un disagio, allo stesso tempo significa iniziare un percorso che ti porterà a sorridere di nuovo.
L’idea di mostrarti forte, deciso/a e autonomo/a di fronte a qualunque situazione è una trappola che rende impossibile il cambiamento.
Chiedere aiuto non ridimensiona le tue capacità, non ti rende debole, è anzi un atto di profonda autoconsapevolezza e umiltà.
Può capitare a tutti di avere un problema, un momento difficile e sono certa che, dopo aver letto questo articolo, avrai compreso che entrare nel mio studio non significa essere matti, ma coraggiosi, significa affidarsi ad una professionista qualificata che può aiutarti a stare meglio.
Rompiamo insieme il muro del pregiudizio. Si, facciamolo!